Il raggiungimento della maggiore età rappresenta da sempre un traguardo connotato da significati simbolici ma soprattutto da molteplici effetti pratici. Generalmente si fa coincidere il raggiungimento di questo limite con l'accesso all'età adulta, evento che comporta tutta una serie di conseguenze a livello giuridico su cui non è necessario soffermarsi in questa sede. Col tempo si è assistito a varie modifiche che hanno comportato il progressivo abbassamento dell'età minima per diventare adulti, limite che oggi è fissato a 18 anni, almeno in Italia.

Da giovani, si tende a vedere questo traguardo come una conquista, perché si abbina a esso la conquista di una certa indipendenza dal nucleo familiare, anche se da un punto di vista sociologico questa conclusione viene sempre più smentita dai fatti, visto il costante aumento dell'età in cui i figli vanno a stare per conto proprio.

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Oltretutto, uno degli eventi più importanti che caratterizzano la vita di un diciottenne è il fatto che può finalmente prendere la patente. Tuttavia, quando si compiono 18 anni si determina anche un altro effetto, perché è solo ai maggiorenni che la legge italiana (e non solo) consente di giocare d'azzardo.

In Italia e in Europa

Questo limite obbligatorio viene fatto rispettare in modo molto stretto ed è uno dei motivi per cui ogni utente che effettua l'iscrizione ad uno dei casinò AAMS è tenuto all'invio di un documento d'identità valido entro 30 giorni dalla registrazione (requisito che, se non rispettato, comporta la sospensione automatica dell'account e l'impossibilità di effettuare prelievi).

Quindi, oltre a ricordare in modo netto e perentorio che giocare è riservato ai maggiorenni, è bene tenere gli occhi aperti se in famiglia ci sono dei minori che hanno accesso a internet in quanto si potrebbe andare incontro a conseguenze molto serie e, soprattutto, e a problemi di varia natura in quanto non sempre i più piccoli sanno auto-moderarsi, uno dei motivi per cui il gioco è per loro assolutamente vietato. Non è un caso che un numero consistente dei soggetti affetti da ludopatie sia rappresentato proprio da persone abbastanza giovani.

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Contrariamente a quanto si possa pensare, anche all'interno dello spazio dell'Unione Europea possono esistere delle difformità in merito a tale limite infatti da tempo di ipotizza l'adozione di interventi legislativi da parte della Commissione Europea proprio con l'obiettivo di armonizzare questa situazione. Rappresenta un fatto abbastanza contraddittorio, infatti, che un utente abbia tutto il diritto di giocare d'azzardo in un paese e che magari non possa esercitare lo stesso diritto in un altro paese, magari confinante con il proprio. All'estremo opposto, potrebbe verificarsi anche il caso che un giocatore che non può giocare nel proprio paese cerchi di aggirare il divieto recandosi in una nazione vicina, un'eventualità che non è affatto remota grazie anche alle norme che da tempo hanno liberalizzato il traffico e la circolazione delle persone all'interno dei paesi che aderiscono all'Unione.

Da ciò si evince che c'è chiaramente bisogno di un intervento correttivo in quanto la situazione attuale, oltre che foriera di diversità e di confusione, si presta molto a eventuali abusi e all'elusione delle norme vigenti, ed è anche abbastanza fastidiosa per chi magari si trova in viaggio e non sa quali sono i limiti esistenti nel paese in cui si sta per recare.

Per fare alcuni esempi, nel Regno Unito l'età legale per giocare d'azzardo è fissata a 18 anni, ma per alcune fruit machine con puntate molto basse e altri tipi di giochi specifici il requisito scende a 16 anni. In Grecia, invece, non è possibile giocare prima di aver compiuto 23 anni. Più confusionaria è invece la situazione in Portogallo, dove molti casinò vietano l'accesso ai minori di anni 25, ma accettano giocatori stranieri che abbiano compiuto almeno 18 anni. Nel resto d'Europa, invece, prevalentemente l'età minima è fissata a 18 anni.

E negli States?

D'altro canto, questo stato di cose trova un interessante corrispondenza con quanto avviene oltreoceano. Negli Stati Uniti, infatti, l'età minima per l'azzardo non solo varia da Stato a Stato, ma anche in base alla tipologia di gioco (lotterie, casinò, bingo etc.) e in certi casi (ad esempio in California, New York, Michigan e altri) anche casinò diversi di uno stesso Stato fanno osservare ai giocatori limiti diversi.