Uno degli autori è un tipo sui generis. Basterebbe soltanto descriverne il look per dare un’idea abbastanza eloquente: se durante una partita di Blackjack avvistate un tizio con la barbetta curata, cappello panama bianco da Uomo del Monte, sigaro toscano in bocca e occhialini da intellettuale radical chic, ci sono buone probabilità che abbiate individuato il nostro uomo. Si tratta di un personaggio quasi caricaturale che starebbe alla perfezione in uno di quei film del primo Verdone, quello degli anni d’oro (fino a Viaggi di Nozze, per intenderci). Il suo rapporto con il Blackjack è nato per caso, l’occasione decisiva è stata una gita a Barcellona con la sua combriccola di gente strana (un roba in stile Una notte da Leoni, per restare in tema cinematografico) culminata con una scassatissima sortita al casinò della metropoli catalana, viaggio su cui proliferano le leggende ma su cui i diretti interessati hanno sempre mantenuto uno strettissimo riserbo, alternando parziali ammissioni e secchissime smentite di circostanza. Al di là degli aspetti goliardici, da cui si potrebbe trarre materiale per pagine e pagine, il Blackjack da allora è diventato un interesse costante e con voracità quasi predatoria ha iniziato a documentarsi in libri e testi vari, attività cui ha affiancato una solida esperienza da giocatore gironzolando per le località di mezza Europa e nei relativi casinò, sempre accompagnato dalla rispettiva dolce metà, che si sospetta che venga coinvolga in qualche modo quando deve contare le carte (ma non ditelo a nessuno...).

Sembrerebbe strano a dirsi, ma questo impareggiabile soggetto ha, come tutti i supereroi, anche un’immagine da cittadino normale, con un lavoro e una compagna che misteriosamente riesce a sopportarne stoicamente le stranezze e le stravaganze e a cui desideriamo testimoniare tutta la nostra solidarietà. Scherzi a parte, il nostro esperto di Blackjack durante una partita si trasforma e abbandona tutti gli atteggiamenti da giovane (si fa per dire..) scapestrato e assume una posa che incute quasi rispetto per la estrema serietà e l’indecifrabilità, tratto, quest’ultimo, che del resto lo ha sempre contraddistinto. Appassionato di musica rock anni ’70, con una predilezione per il progressive di Canterbury ma senza disdegnare neanche il filone di Manchester, casa sua ospita una collezione di vinili da far invidia a un critico musicale e i suoi momenti di maggior relax sono contraddistinti dall’ascolto di un album dei Van Der Graaf Generator o di qualche band che conosce solo lui e qualche altro appassionato, un bel bicchiere di Whisky (rigorosamente di tipo Bourbon), sigaro e magari anche un bel giallo di Ken Follett o un romanzo di qualche artista della beat generation, periodo che ha sempre esercitato un certo fascino su di lui (anche se proprio non riusciamo a immaginarlo capellone e con i pantaloni a zampa d’elefante). Buongustaio e amante del buon vino, a tavola è un ottima forchetta anche se ci sfugge come faccia ad apparire sempre in ottima forma.

Attualmente, per quanto ne sappiamo, sta progettando il viaggio della vita: un tour da costa a costa negli Stati Uniti a bordo di una Ford Mustang, con tappe d’obbligo nelle due città di riferimento per il gioco d’azzardo, vale a dire Atlantic City e la Sin city per eccellenza, Las Vegas: è probabile che ancora non si sia accorto che una tale traversata gli verrebbe a costare un botto, ma lui è fatto così. Del resto, che esperto sarebbe se non mettesse piede almeno per una volta negli stessi locali che hanno visto le gesta dei più grandi giocatori? Infine, non conosciamo personalmente nessuno che sia riuscito a farsi buttare fuori dal Bellagio o da qualche altra celebre casa da gioco per conteggio delle carte al tavolo da Blackjack (attività severamente vietata negli Stati Uniti), quindi chi meglio di lui potrebbe colmare questa immensa lacuna?